“La bellezza delle cose e il senso estetico del mondo sono stati valori alla base della vita e del pensiero di Jürgen Czaschka, nostro maestro…” |
Jürgen Czaschka, maestro indiscusso dell’incisione contemporanea, che ha fatto nascere la Fondazione Renate Herold Czaschka, si è spento a Modena il 9 febbraio 2018.
Quello vissuto e rappresentato da Jürgen, è un mondo che si può vivere e rappresentare solamente guardandolo dritto negli occhi per poi voltargli le spalle e deriderlo. Il modo di agire di Jürgen era proprio questo, nel lavoro, nella conversazione, nella vita.
Un segno sul rame, come un colpo sulla pietra o l’esposizione di un pensiero arrivavano taglienti, profondi, incancellabili: era un’azione fulminea e fatale frutto di attenzione, ascolto, silenzio e analisi.
L’analisi della storia e della cronaca o del divenire dell’arte e della filosofia, diventava impietosa al limite del paradosso e la logica delle sue riflessioni era cristallina, trasparente come i suoi occhi, e lo è stata fino all’ultimo.
(…) L’artista Jürgen Czaschka è l’uomo che unisce il rigore intellettuale a una calda quanto ironica humanitas, e i suoi bulini su rame – di cui è maestro riconosciuto e indiscusso –, altro non sembrano essere che l’epifania di un percorso filosofico fondato su un senso civico incrollabile, frutto di una morale totalmente laica.
Jürgen Czaschka è un gigante. Un boscaiolo e un gigante. Boscaiolo perché è vissuto per quindici anni nella Foresta Nera e dieci ne ha trascorsi nelle colline presso Fanano, nel modenese. Si deve ammettere, almeno figurativamente, che la qualifica di boscaiolo gli spetta di diritto con tanto di connotati positivi quali il silenzio, la meditazione, l’osservazione della natura; questa qualifica è la porta attraverso cui passare per capire il gigante che è in lui e che ci fa sgranare gli occhi quando ci viene davanti coi suoi bulini.
Jürgen Czaschka è il gigante che ha domato una foresta di segni piegandoli a un ordine dell’arte, della storia civile, e della storia personale di un amore retto, illuminato e riscaldato dalla fiamma di Renate.
Jürgen Czaschka è un uomo profondo: prima ancora che lo si capisca dalle sue parole lo si apprende bene dai suoi lavori. È profondo perché fa convivere nei suoi bulini una totale razionalità esecutiva con il caos proibitivo del nostro vissuto: inscrivendo nelle allusioni il dominio del segno, nelle fusioni di senso la convergenza di forze inconciliabili e nelle intrusioni di mondi archetipi l’esercizio del dominio su questa materia, sfidandola con lazzi e crudezze che la ri-vestono di fiato umano. Profondo, per chi fa un’arte sia del silenzio sia della ricerca, sta per filosofo, per poeta, per artista, e cosi è riconosciuto e amato, soprattutto nei paesi di lingua tedesca. È con drammatica coscienza di sé e della propria arte che nel 2002 decide di sospendere il suo percorso di calcografo e di donare tutto il corpus incisorio (lastre comprese) al Gabinetto delle stampe di Bagnacavallo.
Il percorso artistico di Czaschka si compie attraverso la costruzione razionale del pensiero che si trasforma nell’iconografia di un mondo che diviene ponte tra il classicismo visionario di Dürer e la coscienza contemporanea, facendo propria la lezione surrealista ed espressionista (…)
(U. Giovannini, Biffando l’assoluto – Vaca edizioni 2009)